L’insegnamento non può prescindere dall’apprendimento.

Il Re come un "carabiniere"!
Uno dei problemi maggiori per gli scacchisti di un certo livello quando hanno a che fare con i bambini è quello che non riescono a “dimenticare” tutto quello che sanno e cercano di insegnare ai bambini l’ultimo grado della loro competenza (senza considerare che persino loro l’hanno raggiunta per gradi e in molto tempo).
È quello che accadeva anche a me alle prime esperienze di insegnamento. Il problema è dato dal fatto che i bambini non sono in grado di raggiungere subito un tale livello di competenza senza prima aver incontrato tutte le difficoltà della pratica; senza contare che persino il linguaggio dell’istruttore rischia di essere troppo “strutturato” e complesso.
Tempo fa – anche con bambini piccoli – introducevo tutti i pezzi sin dalla prima lezione, per farli subito giocare dopo venti minuti di istruzioni; quindi riprendevo le stesse informazioni per almeno 3 o 4 lezioni. Ora, con i più piccoli, introduco un pezzo per volta e li faccio giocare solo con i pezzi già spiegati. Ho notato che apprendono meglio.
Ho sperimentato, insomma, un metodo che “costruisce” per gradi la conoscenza dei bambini, senza preoccuparmi – a volte – di dare informazioni incomplete… Per esempio spiego l’arrocco e la presa en-passant almeno dopo 5 lezioni di pratica di gioco con tutti i pezzi.
Oppure insegno dei metodi più lunghi ma più facili da ricordare: faccio un esempio tipico: il matto fondamentale di Re e Torre contro Re può essere eseguito rapidamente col meccanisco “dell’inscatolamento” cioè confinare il Re difendente in spazi sempre più ridotti sino a costringerlo ad un angolo e dargli matto. Per anni ho insegnato questo sistema ai miei bambini (dopo una decina di lezioni preliminari), ma ora ho capito due cose: primo che non è il metodo più adatto, secondo che al momento di giocarlo in torneo vanno semplicemente nel pallone!
Così da qualche anno ho sperimentato il “Matto del Carabiniere”, che seppure più lungo come procedimento è molto più facile da imparare e memorizzare.
1.Ta4 (Si fa notare ai bambini che la Torre impedisce al Re l’accesso a metà scacchiera)
1…Rd5 (il difensore cerca di catturare la “sentinella” avvicinandosi)


5…Rd6 6.Rd4 Re6 7.Ta5 (una mossa di attesa: si aspetta che il Re torni di fronte al “Carabiniere”)
7…Rf6 8.Re4 Rg6 9.Rf4 Rf6 (nel bordo il Re perderebbe ancora prima!) 10.Ta6+ Re7 11.Re5 Rd7 12.Th6 (mossa di attesa) Rc7 13.Rd5 Rb7 14.Rc5 (si insegue un Re, come farebbe un carabiniere) Rc7 15.Th7+ Rd8 16.Rd6 Re8 17.Ta7 (mossa di attesa)
17…Rf8 18.Re6 (il carabiniere insegue) Rg8 19.Rf6 Rh8 20.Rg6 (ora il Re è costretto a portarsi in “opposizione”)
20…Rg8 21.Ta8#

Tutti i disegni sono di mia nipote Francesca!
Filed under: didattica | Tagged: riconoscimento schemi, scacchi e bambini |
Hi ! Too bad that the Google translation is not so good but it is quite obvious that the article is well written 🙂 Thanks for supporting the game !
Oltre alle tue spiegazioni sempre intelligenti e illuminanti l’ultima parte dove dai un esempio pratico mi fa riflettere sulla possibilità di creare appositi arbitri specializzati e sopratutto un po più tolleranti con i bambini che “giocano” nel vero senso della parola a scacchi….Il matto del carabiniere è un ottimo modo (ma tu ne hai tanti per spiegare e far memorizzare le mosse. Un saluto affettuoso Lucio Azzena
[…] quindi mostrato il matto del “carabiniere“, il matto del “guardiano”, il matto delle “sentinelle”, il matto dei […]
[…] è stata la giornata del Matto del carabiniere, cioè il matto fondamentale che si esegue con Re e Torre contro il Re: un metodo un po’ più […]