Alexander Wild sta realizzando un progetto di insegnamento scolastico degli scacchi che durerà 4 anni. Scopo del progetto è dare nuovi strumenti di pensiero ai bambini, intervenendo soprattutto sugli allievi più deboli, quelli con maggiori difficoltà di apprendimento o anche sociali.
I presupposti di questo progetto sono indicati in un articolo di Alexander Wild per la rivista Torre e Cavallo Scacco! che spiega bene cosa lui intenda per “scacchi scolastici”. Clicca qui per scaricare il pdf con l’articolo. Ovviamente Alex usa i suoi libri, la serie Giocare a scacchi, di cui potete leggere una recensione apparsa su questo blog oppure la recensione di Walter Ravagnati a pag. 18 di Scacchitalia n. 1/2007, scaricabile qui.
Il progetto è raccontato settimanalmente su questo blog. In questa pagina saranno raccolti i link alle varie puntate del diario, insieme con una breve descrizione sommaria del contenuto di ogni puntata. Più sotto nella pagina saranno riproposti anche i link ai materiali usati nel progetto.
Il diario del secondo anno scolastico (2008-09)
1. Uno a me, uno a te.
Dopo le prime lezioni di ripetizione delle regole e assestamento, Alex prova a far considerare anche le mosse dell’avversario, usando il capitolo “Copertura e scambio di pezzi” di GS1. Ma non è facile far capire che i pezzi “si pesano e non si contano”.
E alcuni preferiscono risolvere esercizi e ascoltare le lezioni piuttosto che giocare.
2. Istinto di conservazione
La difesa dei pezzi attaccati confonde i bambini, convinti che difendere implichi non dare il pezzo. La prima scelta, perciò, è spostare il pezzo attaccato, ma se l’unica difesa è spostarlo dove sarà scambiato con un pari pezzo dell’avversario, i bambini non la trovano.
La maestra propone di far partecipare alle lezioni anche i genitori.
3. Usque Tandem
Dopo aver affrontato il difficile tema dello scambio dei pezzi, Alex concede tempo di gioco ai bambini perché la loro competenza si consolidi. E li fa giocare anche a magnia e passa (Tandem per i bambini di lingua tedesca).
La partecipazione alle lezioni è quasi totale, ma è diminuita la voglia di giocare nei momenti liberi.
Alex si impone di dare consigli e pareri solo se è il bambino a chiederli.
E scopre che l’insegnante ha timore di fare da solo, in futuro, perché non si sente sufficientemente competente a correggere gli esercizi.
4. Quando la classe s’inchioda
Alex introduce le inchiodature, ma la comprensione della classe lascia molto a desiderare. Le nozioni sono perciò diluite in più lezioni, intervallate da altri argomenti, come le differenze fra Cavallo e Alfiere.
5. Ancora sulle inchiodature
Dopo molto esercizio, i bambini hanno imparato a risolvere i problemi basati sulle inchiodature. Alex suppone che le loro difficoltà derivino dal fatto che l’inchiodatura cambia le regole, perché limita l’azione del pezzo inchiodato. E i bambini di 8 anni, per il grado di sviluppo cognitivo tipico della loro età, non sono in grado di accettare che le regole abbiano eccezioni.
6. Sintesi del secondo anno di attività a Brunico.
Questo è stato un anno di consolidamente, perciò è stato dato molto spazio al gioco (libero). L’anno si conclude con una lezione sull’arrocco, ma è ancora presto perché i bambini capiscano. Gli alunni troppo bravi qualche volta sono un problema per la crescita equilibrata della classe.
Anche quest’anno è stata fatta una valutazione del programma con un test di abilità cognitiva finale che pare aver dato ottimi risultati.
Il prossimo anno i corsi saranno molti di più: quattro scuole su cinque raddoppiano i corsi.
Il diario settimanale del primo anno scolastico ( 2007-08 )
1. Il primo impatto con le due classi. Buon rapporto con gli insegnanti. I due gruppi di bambini mostrano velocità di apprendimento e omogeneità diversificate.
2. Simboli intelligenze multiple e valore dei pezzi. La rappresentazione simbolica dei pezzi e le prime confusioni per i bambini. L’intelligenza multipla
3. Primo test, poi si parte col cavallo. Problemi di comprensione da parte dei ragazzi (il collegamento simbolico e/o di concetti astratti è difficile).
4. Le prime verifiche. Il gioco è uno stimolo a concentrarsi e riduce la rumorosità della classe. Wild rivede alcune ipotesi sul ruolo trainante della minore omogeneità delle classi. Forse un apprendimento troppo veloce è anche più superficiale e penalizzante per gli alunni più deboli.
5. Non ancora a cavallo. Il movimento del cavallo è stato capito. L’attacco doppio ancora no. L’osservazione di una bambina in classe fa ritenere che genitori troppo premurosi generino insicurezza e passività.
6. Genitori e figli. Un esercizio sul movimento del cavallo rivela come alcuni bambini classificati come deboli, probabilmente stanno scontando la scarsità di stimoli ricevuti nell’infanzia. I colloqui con i genitori mostrano famiglie entusiaste e collaborative e danno utili informazioni sui ragazzi.
7. Tocca ai pedoni. Il colloquio con i genitori ha più che triplicato quelli che ora giocano a scacchi con i figli. I bambini più vispi correbbero già giocare con tutti i pezzi. E qualcuno litiga con la compagna di banco.
8. Pedoni e cavalli. Leve pedonali e presa en-passant. La partita ridotta con soli pedoni e cavalli rivela tante strategie diverse.
9. Il suono del silenzio. Il primo torneo di scacchi farà diventare il vincitore Re di pedoni. E ottiene magicamente silenzio e disciplina.
10. Percorsi con la torre. Il primo esercizio sui movimenti della torre non è ben capito dai ragazzi. Nelle partite ridotte con torri e pedoni, i bambini aprono il gioco con i pedoni di torre.
11. Alfiere e donna I bambini cominciano ad imparare in fretta e vogliono giocare. E anche le maestre sono d’accordo di farli partecipare ai campionati scolastici provinciali under 8 e under 10.
12. Catturare il re. Alex spiega perché lascia che i bambini catturino il re: non hanno ancora dimestichezza con lo scaccomatto e devono fare pratica.
13. Verso il primo torneo ufficiale. Ufficiale e gentiluomo, perché i bambini sono entusiasti, mentre le bambine sono più timide e meno competitive.
14. Matto con la donna. Alex insegna i matti elementari di re e donna contro re e re e due torri contro re. E trova conferma delle difficoltà dei bambini di seconda elementare ad imparare procedure che prevedono lunghe sequenze di azioni (mosse).
15. Dopo il campionato provinciale. I vincitori del campionato provinciale tornano in classe da eroi. Tutta la classe sta più attenta alle lezioni. Alex ha un’idea: far giocare i ragazzi alla fine delle lezioni scolastiche normali, per far recuperare loro concentrazione.
16. Riflessioni sui primi risultati del progetto. Cosa è stato insegnato, cosa hanno effettivamente appreso i bambini, qual è stato l’impatto degli scacchi sul loro comportamento e rendimento scolastico.
17. Il rapporto fra insegnanti e istruttori. Favorire un ruolo attivo degli insegnanti è sempre giusto. E può avere effetti positivi sulla disciplina in classe.
18. Questioni di tecnica. Lezioni di matto con le due torri e con la donna. Quanta fatica per i bambini!
19. Un errore utile. Per preparare i suoi allievi ai campionati provinciali giovanili, e alle finali nazionali di luglio (che si terranno a Merano) Alex ha accelerato le lezioni, ma con scarsi risultati. Ed è perciò sempre più convinto che forzare i ragazzi sia controproducente. Nel frattempo il progetto ottiene un grande successo e viene quasi quadruplicato per l’anno scolastico 2008-09.
20. Matti e pause benefiche. Alex riprende le lezioni di teoria, spiegando i matti che chiama “aggiuntivi”. E poi ci spiega i motivi per cui ha scelto di alternare blocchi di lezioni teorico-pratiche con blocchi di lezioni dedicate al gioco libero.
21. Il fattore “e” (esperienza). Lezioni ed esercizi non bastano, l’esperienza di gioco è fondamentale per la comprensione da parte dei bambini.
22. Due gruppi a confronto. Le due classi del progetto hanno avuto rendimento scacchistico diverso l’una dall’altra. La differenza principale sta nell’importanza data agli scacchi, soprtutto dagli insegnati.
23. Valutazioni finali e prospettive future. I test a fine corso (di tipo cognitivo, non scacchistici) hanno dato risultati eccellenti. Sono aumentate sia la velocità di esecuzione, sia, ancora di più, la precisione dei risultati. I migliori a scacchi, comunque, non sono i migliori a scuola.
Ottimo successo del primo anno! Il rapporto di valutazione dell’ufficio provinciale di Bolzano.
I materiali
Le soluzioni di Giocare a scacchi vol. 1 di Alexander Wild (II edizione)
Il primo test scacchistico del primo anno di corso (vedi il diario n. 4)