Prima una breve introduzione sugli “scacchi veri“ e su come tratteremo il re in futuro. Usiamo Giocare a scacchi volume 1 a pagina 40.
Ripeto le possibilità di movimento del re sulla base dei primi due diagrammi e disegno sulla lavagna le mosse possibili del re. Nonostante le ripetizioni non viene recepito da parte dei bambini che stiamo parlando di possibilità entro una mossa.
Proseguiamo comunque con l’esercizio 25 a pagina 42. I bambini devono concentrarsi sul primo diagramma. Il Re è circondato da un quadrato che simboleggia le possibili mosse del Re. Controlliamo insieme quali case sono sicure per il Re, quali non lo sono e perché. Nei diagrammi seguenti controlliamo insieme ogni singola casa, dove il Re può arrivare in una mossa. Non cerco risposte individuali, ma richiedo per alzata di mano chi pensa che la casa sia sicura e chi pensa il contrario.
Vorrei raggiungere un particolare obiettivo per il quale le due posizioni successive dell’esercizio 25 sono utili.
Nel diagramma 2 ci vuole un po’ di tempo ai bambini per realizzare che torre può essere catturata da re e quindi che anche quella è una casa sicura. Non è immediata la possibilità di catturare un pezzo che limita il movimento del re.
Nel diagramma 3 il pezzo da catturare è difeso e non può essere catturato. Di norma, quando si lavora per alzata di mano, i (presunti) più deboli nel gioco si orientano verso i più forti e danno una soluzione basata sul gruppo. Succede però anche abbastanza spesso che i cosiddetti più forti non guardino la posizione, o solo superficialmente, e diano una risposta veloce e sbagliata. Succede spesso, soprattutto in questo diagramma, che solamente uno o al massimo due bambini alzi la mano, quasi non si fidano ad andare contro l’opinione del gruppo, per dire che la casa non è sicura. La maggioranza pensa alla cattura. Dato che nel diagramma precedente la cattura era possibile ed era difficile comprendere che si poteva catturare, la cattura si imprime più a fondo in memoria. Era mia intenzione di dimostrare con fatti, non a parole, che non sempre la maggioranza ha ragione e che l’autonomia nel calcolo aumenta le probabilità di una soluzione corretta. Se lo dico solamente raggiungo pochi bambini. Se succede nel momento giusto, quando sono direttamente confrontati con una situazione pratica, non “pilotata” allora abbiamo una buona possibilità di lasciare una traccia sulla quale, in futuro, potranno camminare. Ogni volta che si ripeterà una situazione simile, dove la maggioranza sbaglia, si allarga il sentiero tracciato inizialmente e questo dovrebbe aiutarli a difendere o sostenere le proprie opinioni con più sicurezza. Anche se la propria opinione si scontra con il gruppo.
Negli scacchi il feedback è immediato e non fa sconti
A seconda delle caratteristiche della classe risolviamo insieme anche il quarto problema dell’esercizio 25 e i restanti due li risolvono da soli. Si levano alcune proteste, è più comodo farli insieme, ma non posso esaudire i desideri fino a questo punto, cosi lavorano da soli. Si rivela che la maggior parte dei bambini non ha ancora compreso cosa mi aspetto che facciano con i restanti esercizi. Le difficoltà maggiori le hanno nel comprendere che cerchiamo solo le case raggiungibili in una mossa. Probabilmente non è una questione di spiegazioni inefficaci o mancanti – ormai sono dentro da tanto tempo e conosco tanti metodi per raggiungere tanti bambini diversi – ma piuttosto una mancanza di attenzione e disponibilità ad ascoltare le spiegazioni e una partecipazione attiva nelle lezioni. Mentre risolviamo i diagrammi insieme, molti bambini si affidano alle risposte del gruppo. Si guardano intorno e a seconda di come tira il vento alzano la mano o meno. Spesso non sono presenti sul diagramma che stiamo risolvendo, i bambini nel periodo scolastico hanno capito che spesso è molto più semplice attenersi al gruppo, piuttosto che guardare e calcolare da sé. Le risposte sono spesso automatiche ma gli scacchi aumentano la loro attenzione, non consentono automatismi senza svantaggi.
Ci saranno sempre delle sorprese nel gioco quando i bambini hanno il pilota automatico inserito. Questo comporta che verranno spesso “svegliati” da mosse impreviste o sorprendenti e credo che questo fatto, fra le altre cose, aumenti la loro attenzione, anche in altri campi.
Non devo verbalizzare i concetti, i bambini imparano meglio da sé sul campo pratico. Spesso raggiungiamo l’opposto se continuiamo a ripetere che devono fare più attenzione oppure calcolare di più.
Singoli bambini non sentono quasi niente di quello che dico e devo poi seguirli uno per uno, nell’analisi di ogni possibile casa affinché succeda qualcosa. Per alcuni, non posso evitarlo, l’ora è quasi finita e non rimane molto tempo per giocare.
Nelle scuole più piccole, in campagna, la situazione è migliore rispetto alle grandi scuole in città. L’attenzione è superiore,come anche la disponibilità ad ascoltare l’insegnante.
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