• scacchi012

    Riflessioni, appunti e spunti sul gioco degli scacchi, sul loro insegnamento a bambini e ragazzi, soprattutto nelle scuole.
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    FOTO: Gli istruttori dell'anno 2010: Roberta De Nisi, Olga Zimina, Eugenia Di Primio, Andrea Rebeggiani, Sebastiano Paulesu, Giuseppe Rinaldi

    Ne abbiamo scritto in un articolo su scacchi012.

    I premiati degli anni scorsi:
    - 2008
    - 2009
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  • Il nuovo libro di Alex!

    Per gentile concessione dell'editore (ediscere), pubblichiamo un estratto dell'ultimo libro di Alexander Wild per la serie Giocare a scacchi, I matti. Per scaricarlo, clicca qui.

    Wild, i matti

  • I racconti di Kob

    apici sinistraIl silenzio all'inizio del primo turno. Di un torneo così. Le prime mosse, quando tutto è ancora possibile. Quando ancora tutti i sogni hanno diritto di cittadinanza. Quei primi minuti. In cui non si alza nessuno. In cui davvero tutti, tutta una sala, centinaia di persone, condividono gli stessi sentimenti.apici destra

    Mauro Kob Cereda, Foto

    Link ai racconti di Kob.

Gli scacchi aiutano gli studenti più deboli.

La professoressa Sigrun Heide Filipp, dell’università di Trier (Treviri)Sembra che gli scacchi aiutino i cosiddetti scolari deboli, favorendone un migliore sviluppo mentale. Uno studio dell’Università di Trier (Treviri, in italiano), ha rilevato che i bambini che giocano a scacchi durante le scuole elementari migliorano in varie capacità mentali.

Sigrun-Heide Filipp, professoressa di psico-pedagogia e psicologia dello sviluppo dei bambini presso l’università di Trier,  ha diretto il primo studio in tal senso in Germania. In virtù dei risultati positivi per i bambini che ha riscontrato nella sua ricerca, la professoressa Filipp sta cercando di convincere le scuole ad introdurre gli scacchi come materia scolastica.

Jörg Schmilewski, della Suddeutsche Zeitung, ha intervistato la professoressa Filipp. Riporto qui sotto la mia traduzione dell’intervista.

Jörg Schmilewski, SuddeutscheZeitung (da qui in avanti solo SZ): Molti scolari hanno dei deficit nella concentrazione e nel modo di parlare. Gli insegnanti dicono che aggressività e iperattività stanno aumentando in modo preoccupante. Come possono gli scacchi dare un aiuto in questo senso?
Filipp: Gli scacchi aiutano a pilotare la concentrazione e a dirigere l’attenzione, a focalizzare. La conclusione che gli scacchi abbassino il livello di aggressività è sopravalutata; gli scacchi non sono il palliativo per tutti i mali della nostra società o contro errori politici riguardo all’istruzione.

Gli scacchi aiutano a pilotare la concentrazione e a dirigere l’attenzione, a focalizzare.

SZ: Nello studio ha comparato due classi. Una di queste aveva rinunciato ad un’ora di matematica per imparare a giocare a scacchi. Quali effetti aveva sullo sviluppo dei bambini?
Filipp: Gli effetti si notano soprattutto nel campo dell’attenzione visuale, della concentrazione e nel pensare per immagini.

SZ: Sembra che migliorino la capacità di percezione e concentrazione soprattutto nei primi due anni e in particolare negli scolari deboli.
Filipp: Sì, i ragazzi con un rendimento scolastico difficoltoso arrivano a scuola, per una causa o per l’altra, già svantaggiati. Per loro è molto utile confrontarsi con gli scacchi. Il maggior profitto si nota nelle prime e seconde classi, un po’ meno nelle terze e quarte. Questo non vuol dire che le capacità mentali non siano più modificabili.

SZ: Lei ha dimostrato un aumento intellettivo nel secondo anno. Come lo misura?
Filipp: Con test standardizzati che la psicologia mette a disposizione in gran numero. Abbiamo analizzato se gli scolari sono in grado di creare analogie e giungere ad una conclusione a partire da materiale visivo che viene loro proposto. Il miglior rendimento chiaramente evidenziato dallo studio dimostra che le lezioni di scacchi catturano l’attenzione dei ragazzi e comportano un salto nello sviluppo.

Il miglior rendimento chiaramente evidenziato dallo studio dimostra che le lezioni di scacchi catturano l’attenzione dei ragazzi e comportano un salto nello sviluppo.

SZ: Nelle classi tre e quattro lo studio dimostra un aumento nella disponibilità a rendere di più nei ragazzi e un aumento nell’integrazione sociale. Quanto sono sicuri questi risultati? Non potrebbero risultare da altri fattori esterni?
Filipp: Si, questo è il problema. Si dovrebbero eliminare tutti gli altri fattori esterni che coinvolgono i ragazzi, per chiarire esattamente la differenza fra le due scuole. Ma è probabile che, gli scacchi e tutto quello che è mosso nel ragazzo dagli scacchi, si rifletta nell’autostima, nel sentirsi a proprio agio e nell’integrazione sociale nella scuola.

SZ: Uno studio della “New York City Public Schools” ha raggiunto il risultato che le lezioni di scacchi, oltre a migliorare la competenza matematica migliori anche la competenza di scrittura e l’uso della lingua.
Filipp: Non conosco lo studio ma in un test a livello regionale nelle quarte classi i ragazzi di Trier osservati hanno dimostrato di essere significativamente sopra la media regionale nelle capacità linguistiche come leggere, scrivere e uso del linguaggio parlato.

SZ: Lei promuove l’idea di inserire gli scacchi come materia scolastica?
Filipp: Si, perché gli scacchi costringono i ragazzi a concentrarsi e contemporaneamente li gratificano. Danno ai ragazzi la sensazione di poter vincere e perdere. Aspetti utili nella vita. Inoltre gli scacchi creano processi di pensiero anticipatore (capacità di prefigurare azioni future) affinando la percezione visiva e il pensiero strategico: cosa fa l’altro? cosa devo poi fare io?
Questi processi possono solo far bene al ragazzo e in nessun caso possono far male.

Una Risposta

  1. […] materia obbligatoria tra quelle insegnate nella scuola dell’ obbligo. Sono tali e tanti i risvolti positivi che mi stupisco che questo prassi non sia già una […]

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