Muoversi sulla scacchiera come i pezzi degli scacchi, muoversi per acquisire migliore conoscenza del proprio corpo. Muoversi per diventare scacchi e imparare gli scacchi.
Da due anni Paola Russo, insegnante piemontese, sta sperimentando con i bambini delle prime classi delle scuole elementari attività psicomotorie basate su una scacchiera gigante. A quanto pare con ottimi risultati e grande interesse. Ce ne parla nella intervista che ci ha gentilmente concesso.
(Purtroppo non disponiamo di una foto di Paola Russo, foto che stiamo aspettando da un bel po’ di tempo ma che non ci è ancora arrivata. Speriamo inoltre di poter pubblicare presto la presentazione delle attività psicomotorie proposte da Paola Russo. Questa presentazione fa parte di un CD di promozione degli scacchi realizzato dagli istruttori piemontesi.)
Paola Russo, si può presentare ai lettori, dirci chi è, cosa fa, dove vive e lavora?
Sono un’insegnante di scienze motorie che vive a Savigliano e insegna nella scuola media di Cavallermaggiore, entrambi in provincia di Cuneo. Ho insegnato per dieci anni nella scuola elementare stando a stretto contatto con i bambini in età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Sono inoltre istruttrice di minivolley, per i bambini di scuola materna ed elementare, e di pallavolo, per i ragazzi della scuola media.
Da quanto si occupa di attività psicomotorie nella scuola?
Il progetto di psicomotricità è nato nel 2006, in forma molto sperimentale, ed è proseguito successivamente grazie alla grande richiesta di chi l’ha sperimentato per primo ma anche ad un positivo passaparola tra le varie scuole.
Quando e come ha scoperto gli scacchi?
Ho sempre ritenuto il gioco degli scacchi molto interessante, perciò quando l’attuale presidente del Circolo Scacchistico Saviglianese si è presentato presso la mia scuola ed ha chiesto un colloquio con la responsabile delle attività motorie, che ero io, e in pochi minuti ci siamo accordati ed è partito il primo corso. Era il 2000, da allora abbiamo proseguito e nel 2003 abbiamo vinto il campionato nazionale per la categoria femminile.
Quando e come ha pensato di utilizzare gli scacchi anche per le attività psicomotorie?
L’attività di psicomotricità sulla scacchiera nasce da una proposta fattami da Sandro Dominici, il presidente del Circolo Scacchistico Saviglianese, che mi ha chiesto se secondo me sarebbe stato possibile coinvolgere anche i bimbi più piccoli, cioè quelli di prima e seconda elementare e della scuola materna, in attività motorie su una scacchiera gigante. Mi sono riservata di pensarci ed in seguito ci siamo trovati concordi che queste attività possono sviluppare o consolidare abilità utili al gioco degli scacchi ma soprattutto alle competenze richieste nella esperienza quotidiana dei bambini di questa età.

Nelle foto della presentazione si vede una maggioranza di bambini ai bordi della scacchiera. Non trova che sia limitante per i bambini, che di solito non hanno molta pazienza e nessuna voglia di aspettare il loro turno, rispetto ad altre attività di movimento simultaneo e collettivo?
Solitamente sono contraria a tenere i bambini molto fermi a bordo scacchiera e le mie attività coinvolgono la classe intera nel movimento. A volte però l’attività necessita di particolare attenzione per cui coinvolgo un solo bambino per poco tempo e richiedo a quelli fuori di correggere o confermare ciò che avviene e garantisco che così facendo non c’è nessuno che si distrae.
Quali risultati ha ottenuto nelle sue esperienze di insegnamento con la scacchiera?
Massima approvazione dagli insegnanti che vedono consolidate notevolmente abilità che loro stessi faticano a far interiorizzare. Sul gioco degli scacchi per ora non ho riscontri perché l’attività è iniziata da soli due anni, si inizierà a valutare dal prossimo anno. Mi ripropongo infatti di fare un sondaggio tra alcuni istruttori di mia conoscenza che hanno operato prima con bimbi senza esperienza di psicomotricità e successivamente con altri che provengono da due corsi di psicomotricità.
Ha riscontrato anche risvolti negativi o limiti in queste attività psicomotorie?
No.
Pensa ci siano casi in cui è meglio evitare di usare questa forma di psicomotricità in favore di altre, sia tradizionali che alternative?
No.
Ci dica perché consiglia alle scuole attività psicomotorie basate sulla scacchiera.
Queste attività possono sviluppare o consolidare abilità utili al gioco degli scacchi ma soprattutto alle competenze richieste nella esperienza quotidiana dei bambini di questa età.
Filed under: interviste | Tagged: didattica, elementari, psicomotricità, scacchi, scacchiera gigante |
Complimenti per l’intervista interessante e per quest’ottima iniziativa 🙂
Paola complimenti!!!
Interessante, e secondo me, non casuale l’uso della scacchiera (spazio organizzato).
Sto sperimentando attività simili alla tua e mi piacerebbe riuscire a scambiarci opinioni, riflessioni e quant’altro.
Complimenti anche chi ha fatto l’intervista.
[…] Sulla psicomotricità sulla scacchiera questo blog ha pubblicato una intervista a Paola Russo (clicca qui) e il suo programma di attività psicomotorie (clicca […]
[…] ci è sembrato interessante invitare i “ponieri” di questa pratica: Alessandro Pompa e Paola Russo, ai quali mi sono ispirato per la mia personale sprimentazione sul campo in diverse scuole di […]
[…] Dominici, della Commissione didattica e scuola della FSI, che mi parlò dell’esperienza con Paola Russo. Parlandone col mio collega delegato regionale Franco Loi mi suggerì il magnifico libro di […]